Buon viaggio Cecilia Mangini, pioniera del cinema del reale

Si è spenta a Roma all’età di 93 anni. Con la Puglia, e in particolare con il Salento, intratteneva un rapporto privilegiato, non solo biografico, ma segnato nelle memorabili immagini di alcuni suoi film e coltivato, negli ultimi anni, grazie a una meritevole opera di riscoperta del suo lavoro.

(Questo articolo è apparso con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, 23 gennaio 2020. La foto di Cecilia Mangini è di Joana Ferreira; la ritrae nei giorni della sua ultima visita in Salento, per la Festa di Cinema del reale)

Ha attraversato quasi un secolo di storia, testimone “in presa diretta” della società del Novecento e dei grandi cambi di paradigma che hanno fatto epoca. Aveva 93 anni, Cecilia Mangini, per tutta la vita ha raccontato la realtà dietro un obiettivo, prima con la fotografia, poi con il cinema documentario: era stata la prima donna a rivendicare un posto in quel mondo nel secondo dopoguerra. Infine, negli ultimi anni, tornando a lavorare sulla sterminata mole delle sue opere, anche inedite. Si è spenta giovedì scorso a Roma. Il suo infaticabile impegno, da lei vissuto come un’autentica militanza – in comunione di vita e d’intenti con il marito, il documentarista Lino Del Fra- fanno di lei uno pilastri del cinema del reale in Italia. «Oggi la tensione verso la realtà è più che mai indispensabile» aveva detto in una nostra intervista. Continua

Cecilia Mangini, sessant’anni di fotografia militante. «Oggi? Tornerei a occuparmi di Taranto»

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su nuovo Quotidiano di Puglia, giugno 2016)

Al Cineporto di Lecce una mostra per raccontare il percorso ostinato e intemperante della donna che volle mettersi dietro l’obiettivo nel secondo Dopoguerra.

Cecilia Mangini, sessant’anni di fotografia militante. «Oggi? Tornerei a occuparmi di Taranto»

Una foto la ritrae a proprio agio, una sigaretta in mano e le sopracciglia arcuate. Alcuni decenni dopo, quella foto che chiude il catalogo di “Cecilia Mangini. Visioni e passioni” non sembra tanto sbiadita nel qui e ora della delicata signora che ci ritroviamo davanti. Ieri sera al Cineporto di Lecce lei in persona, insieme al curatore Paolo Pisanelli, ha raccontato il percorso ostinato, intemperante – in una parola, “militante” – della donna che volle mettersi dietro l’obiettivo, e poi dietro macchina da presa, nel secondo Dopoguerra. Continua