Le nuove strade dei musicanti

(Questo reportage è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, ottobre 2016)

Le bande da giro pugliesi /1

Un patrimonio che si trasmette da centocinquant’anni. Lecce, Squinzano e le formazioni storiche. Sulla cassa armonica le colonne sonore dei colossal hollywoodiani insieme alla trilogia verdiana. La prova del fuoco della crisi economica

Le nuove strade dei musicanti

Si scaldino le trombe, rullino i tamburi, la banda è pronta a portare ancora una volta la musica in paese. E con questa, anche la festa, i ricordi antichi dei bambini di una volta, lo stupore dei bambini di oggi, una magia che si diffonde per le strade e le piazze insieme al profumo della copeta e a un pizzico di sano orgoglio per la storia del proprio campanile. In tutto il Sud Italia la tradizione delle feste patronali fa tutt’uno con quella delle bande da giro. Un patrimonio che si trasmette ininterrottamente sin da fine Ottocento, anche se oggi, tra le possibilità infinite offerte dall’era della “riproducibilità tecnica dell’opera d’arte” – come la chiamerebbe Walter Benjamin – e i gusti che cambiano, la vita dei musicanti non è proprio quella di un tempo. Meno date, compensi inferiori, e la professione vera e propria rischia di essere barattata con un hobby della domenica che non fa bene alla grande tradizione. Continua

Dalla festa patronale al festival, il laboratorio degli immaginari bandistici

(Questo reportage è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, ottobre 2016)

Bande da giro pugliesi/2

Bande a Sud, cantiere d’ibridazione per musicanti tradizionali e pop band. Le formazioni rinate e quelle giovani. Gli esperimenti per avvicinare le nuove generazioni.

Dalla festa patronale al festival, il laboratorio degli immaginari bandistici

Portare la musica classica nelle strade, farla entrare nei cuori delle persone dal balcone di casa, e in quello dei ragazzi, con il potere di grancasse e ottoni che sfidano gli Ipod. La banda da giro è un prodotto tutto “made in Sud”, nato a fine Ottocento, si potrebbe dire, come “esperimento pop” per allietare la vita dei paesi bardati a festa nel giorno della festa patronale, o per accudirne il dolore, come un balsamo, in occasione dei funerali. Le note “alte” suonate fino ad allora solo nei teatri, luoghi invalicabili per il “popolino”, diventavano patrimonio di tutti, una vittoria celebrata dal tripudio un po’ scomposto di fiati e tamburi, esibita in lungo e in largo per le strade del paese, poi di centro in centro, da Orsara di Puglia, nel Foggiano, fino a Squinzano, passando per Acquaviva delle Fonti, Francavilla Fontana e per le altre storiche patrie della banda.

Oggi quella storia, che ancora resiste, si scontra tuttavia con la musica a portata di cd e Ipod, le discoteche e i concerti divenuti parte del lifestyle, l’evoluzione dei trend, in cui la musica classica trova un posto sempre più marginale. Ma la coltre di polvere che di tanto in tanto s’adagia sugli ottoni lucenti può volare via in un soffio, oppure divenire una magia iridescente se si attivano nuove alchimie. Il “laboratorio”, per restare nella metafora, è vasto e ha molte stanze. Continua

Suonare le periferie del mondo


(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, agosto 2016)

Vent’anni di Nidi D’Arac. “It/aliens”, l’ultimo disco, ibrida “salentinità” e spirito delle banlieue

Suonare le periferie del mondo

Un sound caldo come un languore estivo e poche note ripetute, a raccontare il tempo fermo della controra in carcere. Poi lo spazio infinito del mare che insieme promette e atterrisce, e quello lontano da tutto di una piazzetta qualunque di paese. Ergastolani, migranti, ragazzini col sogno della serie A, ragazze di provincia: sono loro gli “It/Aliens” del nuovo album dei Nidi D’Arac, prodotto da Goodfellas Records con il sostegno di Puglia Sounds Record. Continua

«Suoniamo le radici di noi nati altrove»

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su nuovo Quotidiano di Puglia, agosto 2016)

Madonna Nera. Una band di “pizzicati” di Buenos Aires, dall’identità disseminata.

«Suoniamo le radici di noi nati altrove»

«Il legame con l’Italia, per noi nati altrove, comporta sempre un po’ di tristezza. Ho scoperto la Taranta, questa musica di guarigione, mentre anch’io ero in cerca di una guarigione. La musica è stato il mio personale percorso per riappropriarmi delle radici». Biografia argentina, memorie familiari calabresi e campane, un colpo di tamburello ha chiuso il cerchio dell’identità disseminata di Veronica Morello. A distanza di sei anni i “Madonna nera”, il gruppo fondato dalla cantante e percussionista di Buenos Aires, è riuscito a traghettare in patria una tradizione musicale sconosciuta anche agli “aficionados” dell’Italia, diventando un piccolo caso di successo nel Paese. Continua

Le voci diverse del viaggio mediterraneo

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, agosto 2016)

Xanti Yaca, un nuovo viaggio. Incontri e odissee tra musiche popolari per raccontare la storia millenaria di intrecci che corre attraverso il mare

Le voci diverse del viaggio mediterraneo

Lo chiamano “il più grande cimitero d’Europa”, eppure, oltre ad essere luogo di morte, il Mediterraneo è stato, ed è ancora, via di transito, spazio aperto in cui le persone, con le loro culture, si mettono in viaggio, si incontrano, si ibridano.

Dare voce ai due volti, inseparabili, dell’immaginario mediterraneo: con questo obiettivo salpa “In viaggio tra le musiche”, progetto attorno al quale si ritrovano tre componenti della storica band degli Xanti Yaca per dare nuova linfa a un viaggio, iniziato negli anni Novanta, alla volta delle culture popolari. Marco Tuma, Giuseppe Tarantino, Raoul De Razza, accompagnati per l’occasione dallo scrittore Livio Romano, racconteranno le ricchezze e le tragiche contraddizioni del Mediterraneo domani sera, a partire dalle 20, davanti alla chiesa di San Domenico a Nardò, ospiti della rassegna “Mediterraneo insieme”, promossa dall’assessorato al turismo del Comune di Nardò. Continua

Quando Lecce suonava rock

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, maggio 2015)

La storia siamo ahinoi”, due giorni di musica e ricordi lungo la strada ostinata di una generazione di musicisti, quando il Salento non era ancora sinonimo di movida.

Quando Lecce suonava rock

Una provincia non ancora “dorata”, la sensazione di trovarsi in una palude di silenzio e una vitalità ostinata, tutta giovanile, a fare da controcanto. Ecco gli ingredienti che, negli anni ’70, crearono un’intera generazione di musicisti leccesi, giovani ormai cresciuti ma che non hanno perso la voglia di suonare e stare insieme. Così, venerdì e sabato prossimi a partire dalle 20.30 si ritroveranno a Villa Elena, in via Giuseppe De Roma 4 a Lecce, per la quarta edizione de “La storia siamo ahinoi”, una due giorni di concerti e ricordi promossa dalla casa editrice Città futura e dall’associazione Il nodo fatato. L’evento 2015 è dedicato a Romolo Gusella, scomparso prematuramente questa primavera, una carriera da funzionario governativo, ma che per “quei giovani” resterà sempre il fondatore dei Blow-up, storica rockband salentina. Continua