Bruxelles. Love and swing

Duilio Ingrosso, musicista. Una delle cinquanta storie di “Torno quando voglio”

«Per un musicista non è mai facile cambiare città e inserir­si nel giro». Dulio Ingrosso, 31 anni, da circa dieci sassofo­nista di professione, lo aveva messo in conto quando un paio d’anni fa ha deciso di mettere un po’ di chilometri tra sé e i suoi impegni tra Roma e il Salento. Ma, checché se ne pensi, le note non sono la sola cosa a trovar posto nella vita di un musicista, così tra i “giri” consolidati e l’idea di raggiungere la sua ragazza a Bruxelles, Duilio ha scelto l’amore.

E per ora l’amore, anche quello per le note, gli risponde più che bene: lavora stabilmente in un’orchestra swing, col­labora con altre formazioni tra cui un gruppo pugliese, Riso Patate’n Folk, e ha anche messo su un quintetto che porta il suo nome. Quando non si esibisce, dà lezioni private.

In Italia torna spesso per i live dell’Orchestra operaia di Massimo Nunzi. Del resto, c’è in lui un lungo cordone che corre ben più a Sud. Fino al Salento, dove è nata la passione per la musica, e galeotte furono proprio le tradizioni del ter­ritorio: la banda di Trepuzzi, il suo paese, e le prime lezioni impartite dal maestro Giovanni Cananà. Dopo, il conserva­torio Tito Schipa di Lecce, il perfezionamento al Refice di Frosinone e “i giri” musicali della Capitale. Oggi Bruxelles, domani chissà, pensa Duilio ogni volta che si mette in viag­gio. «Il pensiero di ritornare un giorno nella terra che mi ha regalato i ricordi più belli della mia vita è sempre lì dietro l’angolo – dice – ma purtroppo la nostra regione, e il Sud Italia in generale, non sono ancora pronti a garantirmi una professione nella musica, che non sia legata all’insegnamen­to nella scuola pubblica, con tutte le difficoltà del caso».

I suoi giri, per ora, restano a Bruxelles. Dagli attentati di marzo in realtà il suo lavoro non è passato indenne – come tutto il resto – con i locali che, nelle settimane successive, annullavano gli eventi per timore di avere poco pubblico. Ma Bruxelles, conferma Duilio, si è rimessa in moto in fret­ta. E l’aeroporto di Zaventem, da cui passa spesso per anda­re a suonare in Italia, è l’immagine stessa di una città in cui tutto, anche la musica, va avanti.