Babbo Natale tra i migranti

(Questi articoli sono stati pubblicati con altri titoli su Nuovo Quotidiano di Puglia, agosto-settembre 2016)

Il cortometraggio di Alessandro Valenti per il Premio MigrArti. Dal racconto dell’orrore al cortocircuito d’immaginari. L’impresa è partita dalla frequentazione del Centro Emmanuel per rifugiati e richiedenti asilo. «Scandaloso far muovere i capitali finanziari, costruire muri per gli esseri umani»

Babbo Natale tra i migranti

«I bambini? Abbiamo passato il pomeriggio insieme, erano qui fino a poco fa». Parlare di cast e riprese e di un pomeriggio privato può richiedere due domande, la risposta tuttavia è una sola. “Babbo Natale”, il cortometraggio firmato dal regista e sceneggiatore Alessandro Valenti, nasce dalla frequentazione quotidiana del Centro di permanenza temporanea per rifugiati e richiedenti asilo “Casa Francesco” di Novoli. E ora approda a Venezia, dove il 5 settembre sarà presentato in concorso alla 73esima Mostra internazionale del cinema, nella sezione “MigrArti”. Il film scritto da Valenti con Matteo Chiarello, prodotto da Saietta Film e realizzato in partnership con la Fondazione Emmanuel e con il Mibac, si è classificato primo su 528 progetti in concorso nel bando promosso dal ministero per l’integrazione e l’incontro tra le culture. Al film ha collaborato, tra gli altri, Marco Spoletini, storico montatore dei film di Matteo Garrone.

L’impresa è partita dalle lezioni di lingua italiana che Valenti tiene come volontario nel Centro Emmanuel di Novoli. Frequentare uno “spazio di mezzo”, in cui si giocano speranze e attese di decine di giovani e giovanissimi che hanno attraversato il mare, difficilmente lascia indifferenti. Continua

Salento, l’estate dei Festival. Visioni e narrazioni di un territorio connesso con il fuori

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Salento Review, giugno 2016)

A Specchia, Lecce, il Festival del cinema del reale. Nella vicina Acaya la prima edizione di Vive le cinéma. Laboratori per un nuovo tipo di turismo culturale

Salento, l’estate dei Festival. Visioni e narrazioni di un territorio connesso con il fuori

Lo spettacolo della luce zenitale di taglio sulla tavola rosso-azzurra di mare e terra è una ragione sufficiente per raggiungere l’estremo lembo del Sud pugliese. È la ragione per cui molti, anche quest’estate, arriveranno da ogni parte d’Europa, richiamati dal “mito” o dalla nostalgia di casa, e altrettanti salentini torneranno ad attraversare le due coste o l’arcipelago dei centri minimi. Ma c’è un Salento ulteriore, in cui perdersi tra immagini di bellezza significa anche avere la possibilità di esplorare una “visione”, il racconto del territorio e delle sue connessioni con il “fuori”.

Quel Salento sarà di casa nei Festival del cinema che, nel mese di luglio, animeranno due meravigliosi borghi dell’entroterra: Specchia, con la XIII edizione del Festival del cinema del reale, e Acaya, che quest’anno inaugura “Vive le cinéma”, il primo festival di cinema francese nel Salento. Appuntamenti che costituiscono anche, perché no, un laboratorio per un nuovo tipo di turismo culturale con una “dieci giorni” in due tempi dedicata al cinema. Continua