Salento, l’estate dei Festival. Visioni e narrazioni di un territorio connesso con il fuori

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Salento Review, giugno 2016)

A Specchia, Lecce, il Festival del cinema del reale. Nella vicina Acaya la prima edizione di Vive le cinéma. Laboratori per un nuovo tipo di turismo culturale

Salento, l’estate dei Festival. Visioni e narrazioni di un territorio connesso con il fuori

Lo spettacolo della luce zenitale di taglio sulla tavola rosso-azzurra di mare e terra è una ragione sufficiente per raggiungere l’estremo lembo del Sud pugliese. È la ragione per cui molti, anche quest’estate, arriveranno da ogni parte d’Europa, richiamati dal “mito” o dalla nostalgia di casa, e altrettanti salentini torneranno ad attraversare le due coste o l’arcipelago dei centri minimi. Ma c’è un Salento ulteriore, in cui perdersi tra immagini di bellezza significa anche avere la possibilità di esplorare una “visione”, il racconto del territorio e delle sue connessioni con il “fuori”.

Quel Salento sarà di casa nei Festival del cinema che, nel mese di luglio, animeranno due meravigliosi borghi dell’entroterra: Specchia, con la XIII edizione del Festival del cinema del reale, e Acaya, che quest’anno inaugura “Vive le cinéma”, il primo festival di cinema francese nel Salento. Appuntamenti che costituiscono anche, perché no, un laboratorio per un nuovo tipo di turismo culturale con una “dieci giorni” in due tempi dedicata al cinema.

Vive le cinéma, in programma dal 13 al 17 luglio al Castello di Acaya e in altri luoghi del paese, vuole essere, più che una semplice rassegna, un ponte attivo con la prima industria cinematografica europea. Il festival, promosso da Apulia film commission, Regione Puglia, Comune di Vernole e Istituto di culture mediterranee, ha tre direttori artistici: lo sceneggiatore e regista Alessandro Valenti, la curatrice d’arte Brizia Minerva e Angelo Laudisa, produttore cinematografico di origine leccese, che vive e lavora a Parigi. Proiezioni di film inediti in Italia, otto lavori in concorso e, come premio, la distribuzione del film. Ma anche tavole rotonde dedicate alla co-produzione italo-francese e tre master class aperte.

«L’idea – spiega Alessandro Valenti – è quella di stimolare la nascita di una vera e propria “factory”, che metta insieme produttori italiani e francesi e porti qui le produzioni, con un ritorno in termini occupazionali oltre che di immagine del territorio. Per questo puntiamo ad incontri “operativi”, in cui si tematizzino progetti da poter trasformare in film o serie televisive, in modo da riportare qui gli addetti ai lavori anche in inverno».

Quasi senza soluzione di continuità con Acaya, dal 20 al 23 luglio l’appuntamento con il cinema si trasferisce al Castello Risolo di Specchia (e nella piazza antistante) per il Festival del cinema del reale, promosso da Big Sur in collaborazione con le associazioni Officina Visioni e Cinema del reale, con il sostegno di Apulia film commission, Unione europea, Comune di Specchia e il patrocinio della Provincia di Lecce.

Voci/Incanti/Tradimenti” è il tema di quest’anno, che trasforma lo schermo cinematografico in superficie specchiante, il mezzo per restituire una visione e una narrazione oltre l’immagine da cartolina del territorio: «questa è una terra profondamente tradita – commenta il direttore artistico, il filmaker Paolo Pisanelli – abbiamo Taranto, la città nera e rossa dell’Ilva, e Brindisi con Cerano, mentre nella Grecìa ci sono chissà quanti veleni interrati nelle campagne, che facilmente dimentichiamo. È importante aprire gli occhi».

Ma gli schermi, a Specchia, sanno essere anche “stargate” capaci connettere il territorio – meglio: rendere evidenti le connessioni – con il Mediterraneo.

Dopo la Grecia, protagonista della scorsa edizione, quest’anno il focus è sull’Albania, di cui la Puglia, commenta Pisanelli, è stato sempre «un approdo casalingo», così come il Paese al di là dell’Adriatico è stato, ed è nuovamente, una dimora “facile” per gli italiani.

Nei giorni del festival saranno a Specchia l’artista Adrian Paci e il regista Roland Sejko, co-autori di “Sue proprie mani”, l’istallazione che racconta il cordone Italia-Albania attraverso le lettere dei cittadini italiani ritrovate nell’Archivio di Stato albanese.

Mentre a farsi portavoce della ferocia delle migrazioni approderà a Specchia Gianfranco Rosi con il suo “Fuocoammare”, film Orso d’Oro alla Berlinale 2016.

Al Festival arriva anche la storia del cinema della realtà “in carne e ossa”, con Lorenza Mazzetti, tra gli iniziatori del “Free cinema” inglese. Quella di Cecilia Mangini, altro pilastro del cinema documentario, sarà raccontata dalle immagini della mostra itinerante inaugurata al Bif&st di Bari. E che, dopo i Cineporti di Foggia e Lecce, giunge nel Basso Salento, nella terra che la Mangini filmò nel memorabile lavoro con Pier Paolo Pasolini, “Stendalì”.