Il Normanno-Svevo di Mesagne. Il tunnel per la fuga dei signori, il pozzo di spade, i balli da fiaba, il cinema

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, agosto 2016)

Castelli/4

Il Normanno-Svevo di Mesagne. Il tunnel per la fuga dei signori, il pozzo di spade, i balli da fiaba, il cinema.

Battaglie e cerimoniali, lo spauracchio delle prigioni in cui si perdevano le tracce di molti e gli affari, il passaggio misterioso dei Cavalieri Teutonici e quello “domestico” delle famiglie al cinema e al teatro. Il Castello Normanno-Svevo domina la storia di Mesagne, ma se ne lascia anche attraversare.

Nato come “castrum” all’epoca della conquista normanna della Puglia, ciò che restava del nucleo originario provato da tre secoli di battaglie e contese fu fatto abbattere nel Quattrocento da Giannantonio del Balzo Orsini, che al suo posto costruì un torrione degno di una fiaba gotica, con tanto di fossato e ponte levatoio.

Solo a partire dal Seicento quell’immaginario bellico lascia il posto alla fiaba romantica di principi e principesse, con l’ingresso della famiglia De Angelis e la trasformazione del castello in palazzo nobiliare. I De Angelis abbattono muri, ne costruiscono altri, rendono gli spazi degni di ospitare ricevimenti, ingentiliscono perfino il cupo torrione medievale dando il via alla “frenesia architettonica” che contagerà anche gli altri feudatari. È così che compaiono, ad esempio, la Gran sala a capriate al primo piano e il Loggiato da cui si immagina si affacciassero le dame per riprendere il respiro dopo un un ballo.

Per Elisa Romano, guida turistica dell’associazione Promo Cultura, scale, piani mezzani e cunicoli di collegamento non hanno segreti. «Basta guardare le pietre, si riconosceranno finestre e porte murate, varchi aperti successivamente – spiega – anche nell’atrio interno basta alzare lo sguardo e rintracciare le varie stratificazioni per accorgersi quanto sia cambiato il castello nei secoli».

Così, in questo movimento continuo è possibile che interi ambienti scompaiano dalle planimetrie ufficiali, e ne resti solo la leggenda. Gli anziani di Mesagne sono certi che sotto il castello un tempo sorgesse un tunnel grande abbastanza da permettere la fuga dei signori in carrozza fino a Oria o a San Vito dei Normanni. E tuttavia neppure le minuziose ricerche condotte al tempo dei restauri – negli anni Novanta – sono riuscite a riportare alla luce il passaggio, se mai è esistito. Esisteva davvero, invece, un pozzo, proprio nel cuore del torrione, profondo e inaccessibile, tanto da alimentare quella che ci si augura fosse solo una delle tante suggestioni medievali: un tappeto di spade sul fondo del pozzo, su cui puntualmente scorreva il sangue dei prigionieri.

Storie agghiaccianti che si intrecciano con quelle da interno domestico delle famiglie che hanno abitato il castello. La neviera, al piano terra, è una delle molte tracce che ne rimangono: un “frigorifero” d’avanguardia che “funzionava” con la neve della Murgia. O le pentole e le maioliche ritrovate, che oggi costituiscono il patrimonio del Museo del territorio, accanto ad una collezione di reperti messapici provenienti dall’area di Mesagne.

Intrighi e affari scrivono, invece, la storia di Vittoria Capano, la principessa vedova di Nicola De Angelis che fu incolpata di aver organizzato un contrabbando di sale, poi costretta alla prova della malattia del figlio Carmine, che tuttavia “miracolosamente” si salvò e i mesagnesi ne guadagnarono una chiesa dedicata a Sant’Anna.

Ma la storia transitata dalla stanze del castello passa anche dalle migliaia di spettatori del Cinema Italia, che un tempo ebbe sede qui, e persino dai frequentatori di una sala giochi, rimasta aperta fino agli anni Ottanta.

E oggi il castello vive la sua ennesima vita come contenitore di convegni, mostre, ma feste private. Molti eventi del cartellone di Mesagne estate, a cura del Comune di Mesagne, passano da qui: il 27 e il 28 agosto l’antico volto del castello rivive con la Fiera medievale franca, mentre tutto il mese si tiene la rassegna di film “Cinecronici”.