Questo è un happy ending

Antonio Imperiale, operaio specializzato. Una delle cinquanta storie di “Torno quando voglio”

Un paesino disperso nel nulla, con strade sterrate che si incontrato attorno a quattro assi in croce. Quella di Antonio Imperiale, 36 anni di Melissano, non è la storia di un buen retiro profumato di brezza marina, né quella della felice ne­cessità di ricredersi, davanti alle luci della capitale albanese. Quella di Antonio è una storia di iperprovincia, un paesino di 16mila abitanti che sembra contarne un quarto, trenta chi­lometri da Durazzo, settanta da Valona. Eppure, la sua è una storia felice.

La storia di una scelta coraggiosa che ha salvato lui e i suoi colleghi dallo spettro della disoccupazione, e a lui ha regalato giorni tranquilli insieme alla sua famiglia, moglie e due bambini che da un anno hanno lasciato il focolare dome­stico di Melissano. «L’azienda in cui lavoravo, specializzata nella produzione di calze, anni fa contava settanta operai, con la crisi siamo arrivati a dieci, tre anni fa eravamo anche meno – racconta – in pratica si stava per chiudere, quella di trasferirci qui era l’ultima chance. Quando il mio datore di lavoro ci ha fatto questa proposta abbiamo accettato: sapevo che l’alternativa sarebbe stata ritrovarmi a casa, mentre ora mi sono qui, certo non in un paradiso, ma con mia moglie e i miei figli».

Affitto e utenze sono compresi nel contratto, e la vita può essere decisamente meno cara che in Italia: al ristorante con 2000 Lek, 14 euro, ordini un pasto che non riuscirai a finire, 100 Lek (meno di un euro) per le patatine fritte. Certo, per comprare le merendine italiane ai bambini si va all’ipermer­cato, dove paradossalmente tutto costa molto di più.

A lavoro si è tutti sulla stessa barca, Antonio, i suoi colle­ghi salentini, la proprietà, e ora l’avventura si allarga anche alle persone del luogo. Le difficoltà non mancano ma Anto­nio non si scoraggia, pensa a chi lo aspetta a casa, al piacere delle cose semplici. «Da noi vengono soprattutto giovani, il che sarebbe positivo se non fosse che alla prima occasione se ne vanno, e va a finire che sto tutto il giorno chiuso in fab­brica. Però la domenica ci ritroviamo in famiglia, e facciamo una bella gita a Tirana».