«La comunità legittima il teatro»

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, luglio 2016)

Eugenio Barba. Di ritorno nel Salento per un incontro su “Cultura, territorio e comunità”, racconta il “modello Holstebro”

«La comunità legittima il teatro»

Prima regola del teatro: guadagnarsi l’appoggio della comunità. Viso abbronzato, gli immancabili sandali ai piedi e la mano che fende l’aria in un gesto che è, già in sé, l’incarnazione stessa del teatro, il “guru” Eugenio Barba dissemina memorie e input tra il pubblico di Palazzo Grassi ad Aradeo. L’Odin Teatret non è solo la Stella del Nord del teatro sperimentale contemporaneo: è anche un modello di politica culturale nato cinquant’anni fa dalla collaborazione tra un tenace e visionario gruppo di artisti e l’Amministrazione comunale di Holstebro, cittadina della Danimarca guidata da un sindaco-postino che vedeva lontano. Il “modello Holstebro” – raccontato di recente in un documentario di Davide Barletti e Jacopo Quadri, “Il Paese dove gli alberi volano” – è stato al centro dell’incontro di domenica scorsa “Cultura, territorio e comunità”, un dialogo tra Barba e l’assessore all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia Loredana Capone, moderato dal direttore dell’Istituto di culture mediterranee della provincia di Lecce Luigi De Luca. Continua

Il Normanno-Svevo di Mesagne. Il tunnel per la fuga dei signori, il pozzo di spade, i balli da fiaba, il cinema

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, agosto 2016)

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Il Normanno-Svevo di Mesagne. Il tunnel per la fuga dei signori, il pozzo di spade, i balli da fiaba, il cinema.

Battaglie e cerimoniali, lo spauracchio delle prigioni in cui si perdevano le tracce di molti e gli affari, il passaggio misterioso dei Cavalieri Teutonici e quello “domestico” delle famiglie al cinema e al teatro. Il Castello Normanno-Svevo domina la storia di Mesagne, ma se ne lascia anche attraversare.

Nato come “castrum” all’epoca della conquista normanna della Puglia, ciò che restava del nucleo originario provato da tre secoli di battaglie e contese fu fatto abbattere nel Quattrocento da Giannantonio del Balzo Orsini, che al suo posto costruì un torrione degno di una fiaba gotica, con tanto di fossato e ponte levatoio. Continua

Il Dentice di Frasso di San Vito dei Normanni. Benvenuti a casa di un vero principe. Cresciuto tra queste mura, oggi Giuliano Dentice di Frasso apre i salotti di famiglia ai visitatori

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, luglio 2016)

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Il Dentice di Frasso di San Vito dei Normanni. Benvenuti a casa di un vero principe. Cresciuto tra queste mura, oggi Giuliano Dentice di Frasso apre i salotti di famiglia ai visitatori

Ad accogliere il visitatore che imbocchi via Crispi, seguendo la direzione delle mura che squadrano piazza Leonardo Leo, ci sarà un signore sorridente, con tutta probabilità vestito in jeans e maniche di camicia, appoggiato con nonchalance all’uscio di casa. E «nel giardino di casa» farà accomodare l’ospite. Di una dimora, in effetti, si tratta, e tuttavia decisamente sui generis: sì, perché l’imponente ingresso ogivale è quello del castello Dentice di Frasso di San Vito dei Normanni, e l’ospite-anfitrione è il principe Giuliano Dentice di Frasso. Nato e cresciuto tra queste mura la cui storia coincide, anzi, determina, quella dell’intero paese. Continua

In un non-luogo è fiorito il Giardino Ammirato

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, giugno 2016)

A Lecce la Free Home University realizza un esperimento di rigenerazione urbana in una piazzetta di quartiere. La designer Carla Rangel e il collettivo Construct Lab progettano le linee generali dello spazio, i residenti lo costruiscono. Un orto, una panca a forma di cane che fa pupù, il forno in mattoni scomponibile, una casetta per le coccinelle, l’istallazione “Lecce città da sogno”.

In un non-luogo è fiorito il Giardino Ammirato

Cocomeri, pomodori, melanzane, peperoncino: si gioca sulla qualità del verde di una ventina di piantine distribuite in due grandi vasi la scommessa di trasformare un quartiere in una comunità. Ieri pomeriggio i bambini del Laboratorio di Ach Kids hanno allestito l’orto urbano del Giardino Ammirato, la piazzetta antistante l’Ammirato culture House, fino alla scorsa settimana una sorta di non-luogo destinato, al più, a toilette all’aperto per il cane di famiglia, oggi uno spazio completamente riqualificato e – questo l’auspicio anche per il futuro – abitato. Continua

L’osceno delle riprese

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, giugno 2016)

Un oratorio e un cinema porno. Due giornate sul set de “La vita in comune” di Edoardo Winspeare

L’osceno delle riprese

L’appuntamento è al mattino presto, in calendario un Consiglio comunale che si preannuncia infuocato. “Disperata” è un paesino che non esiste, disegnato da una sommatoria di case e piazze sparse tra Tiggiano, Corsano, Gagliano, Acquarica, Tricase. È nessuno, oppure tutti i centri minimi del Capo di Leuca che nelle ultime cinque settimane hanno ospitato le riprese del film di Edoardo Winspeare. “Una vita in comune”, è alluso nel titolo, è la vita amministrativa di un paese di poche anime in cui passione politica, lavoro – al peggio, interesse – e rapporti di famiglia si mescolano in un gioco necessario, a volte sfiancante.

La scena che si girava ieri a Corsano sembrava esemplare: una resa dei conti tra la “pasionaria” Eufemia-Celeste Casciaro e il malinconico sindaco Filippo Pisanelli-Gustavo Caputo, tra consiglieri e assessori intemperanti: Ippolito Chiarello, Salvatore Della Villa, Marco Antonio Romano. Intorno, il movimento “invisibile” dei tecnici – 49 in tutto, un’unica “macchina umana”. Continua

La Mara che fece storia

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, luglio 2015)

Claudia Mollese, regista del documentario che ricostruisce il rapporto della più nota transessuale leccese con la città, tra amarezze, voglia di revanche e un incredibile fiuto per gli affari

La Mara che fece storia

“La Mara la conoscevi?”. Chi voglia interrogarsi sul recente passato di Lecce non può sottrarsi alla domanda, insistente e quasi retorica, che fa da specchio a ogni tentativo di comprensione della città.

Perché Mara, celeberrima transessuale che grazie a una fiorente carriera da prostituta fece del centro storico il suo “impero”, non solo immobiliare, è tutt’uno con la storia degli ultimi decenni.

E così anche Claudia Mollese, documentarista alla ricerca della “città invisibile” perduta tra vecchio e nuovo, ha finito per dedicare il suo lavoro a questo scaltro Re Mida, che tramutò in oro una vita non facile, divisa tra lustrini e lacrime: in una parola, “Amara”. Continua

Cecilia Mangini, sessant’anni di fotografia militante. «Oggi? Tornerei a occuparmi di Taranto»

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su nuovo Quotidiano di Puglia, giugno 2016)

Al Cineporto di Lecce una mostra per raccontare il percorso ostinato e intemperante della donna che volle mettersi dietro l’obiettivo nel secondo Dopoguerra.

Cecilia Mangini, sessant’anni di fotografia militante. «Oggi? Tornerei a occuparmi di Taranto»

Una foto la ritrae a proprio agio, una sigaretta in mano e le sopracciglia arcuate. Alcuni decenni dopo, quella foto che chiude il catalogo di “Cecilia Mangini. Visioni e passioni” non sembra tanto sbiadita nel qui e ora della delicata signora che ci ritroviamo davanti. Ieri sera al Cineporto di Lecce lei in persona, insieme al curatore Paolo Pisanelli, ha raccontato il percorso ostinato, intemperante – in una parola, “militante” – della donna che volle mettersi dietro l’obiettivo, e poi dietro macchina da presa, nel secondo Dopoguerra. Continua

Salento, l’estate dei Festival. Visioni e narrazioni di un territorio connesso con il fuori

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Salento Review, giugno 2016)

A Specchia, Lecce, il Festival del cinema del reale. Nella vicina Acaya la prima edizione di Vive le cinéma. Laboratori per un nuovo tipo di turismo culturale

Salento, l’estate dei Festival. Visioni e narrazioni di un territorio connesso con il fuori

Lo spettacolo della luce zenitale di taglio sulla tavola rosso-azzurra di mare e terra è una ragione sufficiente per raggiungere l’estremo lembo del Sud pugliese. È la ragione per cui molti, anche quest’estate, arriveranno da ogni parte d’Europa, richiamati dal “mito” o dalla nostalgia di casa, e altrettanti salentini torneranno ad attraversare le due coste o l’arcipelago dei centri minimi. Ma c’è un Salento ulteriore, in cui perdersi tra immagini di bellezza significa anche avere la possibilità di esplorare una “visione”, il racconto del territorio e delle sue connessioni con il “fuori”.

Quel Salento sarà di casa nei Festival del cinema che, nel mese di luglio, animeranno due meravigliosi borghi dell’entroterra: Specchia, con la XIII edizione del Festival del cinema del reale, e Acaya, che quest’anno inaugura “Vive le cinéma”, il primo festival di cinema francese nel Salento. Appuntamenti che costituiscono anche, perché no, un laboratorio per un nuovo tipo di turismo culturale con una “dieci giorni” in due tempi dedicata al cinema. Continua

University of Terra Rossa

(Questi articoli sono stati pubblicati con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, marzo-maggio 2016)

12 marzo 2016. A Lecce un ex asilo occupato per riunire il variegato mondo degli attivisti di sinistra intorno alla pratica concreta del “fare”. Una ludoteca, uno sportello di consulenza legale, l’Università popolare Asylum. L’esperienza del Terra Rossa, dall’occupazione allo sgombero.

University of Terra Rossa

Creare un presidio di democrazia partecipativa, uno spazio sociale che offra servizi pubblici e, allo stesso tempo, tenga alta l’asticella della riflessione critica. Da ieri la città di Lecce ha un nuovo Centro sociale autogestito. Lo spazio, l’ex asilo comunale “Angeli di Beslan” in via Casavola, nei pressi della via per Monteroni, è stato occupato nella notte tra venerdì e sabato da un gruppo di attivisti che si riconoscono nella Rete territoriale dei conflitti, e porta impresse le prospettive elaborate all’interno un vero e proprio manifesto politico. “Terra rossa” è il nome che è stato dato allo spazio, in riferimento alla trasformazione sociale e alla difesa del territorio.

L’obiettivo è quello di costruire un luogo fisico e ideale che metta insieme il variegato mondo degli attivisti di sinistra, a partire dalla pratica concreta del “fare”. In altre parole, attivare quei servizi essenziali che dovrebbero essere pubblici, ma che si restringono giorno per giorno, e contribuire così a promuovere una nuova coscienza politica nelle persone, non in un’ottica di assistenzialismo, dunque, quanto di “mutualismo”. Niente a che vedere con uno spazio chiuso, “off limits”. Tutt’altro: a poche ore dall’occupazione, il gruppo ha già una pagina wordpress e una casella email, e ieri pomeriggio ha invitato la stampa, insieme alla cittadinanza, all’assemblea pubblica di presentazione del progetto. Continua

La poetica dell’incertezza che parla dell’Europa

(Questo articolo è stato pubblicato con un altro titolo su Nuovo Quotidiano di Puglia, aprile 2016)

Krzysztof Zanussi è rappresentante eccellente del “cinema del dissenso”. Il regista polacco è stato premiato con l’Ulivo d’oro alla carriera al Festival del cinema europeo di Lecce

La poetica dell’incertezza che parla dell’Europa

«Le certezze sono sempre pericolose, sono il segno di una mente stagnante: l’uomo vivo mette in discussione sempre tutte le sue certezze». La seconda giornata del Festival del cinema europeo ha reso omaggio a Krzysztof Zanussi, il regista polacco rappresentante eccellente del “cinema del dissenso”, che ha fatto del dubbio la sua cifra stilistica e il centro nevralgico del suo discorso. Continua